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La guglia di Sant’Oronzo in piazza della libertà

Guglia di Sant’Oronzo

Guglia Sant'OronzoLa popolazione di Ostuni, risparmiata dal colera e dalle ricorrenti epidemie del secolo XVII, volle affidare al concittadino Giuseppe Greco, architetto e scultore, la realizzazione della guglia del Santo Protettore.  Prese come modello, come anche molti altri architetti e scultori del nostro Salento, la statua tuttora esistente in piazza del Gesù a Napoli.

La” guglia, o  “colonna”  come è sempre stata chiamata dal popolo, ha una struttura architettonica a forma piramidale. È alta dalla sua base venti metri ed è formata da cinque basamenti che si restringono man mano che la colonna si eleva. Fu terminata  ed inaugurata con una grande e indimenticabile cerimonia nel 1771.

La guglia di Sant’Oronzo è costituita da un piedistallo, o primo basamento, che per due terzi risulta interrato, perché nel 1870 si ebbe il colmamento del fossato ed il livellamento del fondo stradale, che andava da “Lu stritte de San Brangische” alla salita dello Spirito Santo. Tale colmamento poté realizzarsi con l’abbattimento di tutti quegli edifici che insistevano nell’antica piazza, allora Piazza del Plebiscito.

Il secondo basamento è impreziosito da putti (angioletti che tengono aperti dei cartigli), disposti ai quattro lati e sui quali si possono leggere delle iscrizioni latine, che si possono così tradurre: ad occidente: “Passeggero, il monumento che vedi lo devi al popolo”; a settentrione: “Né più potente, né più sollecito nel proteggere”; ad oriente: “ per aver fatto cessare la fame e l’epidemia, per aver restituito la salute a Sant’Oronzo, protettore, questo perenne monumento di pietra, Ostuni pose”;  a mezzogiorno: “ A Sant’Oronzo, patrono, i cittadini ed il popolo per devozione dedicarono l’anno 1771”.

Il terzo basamento è costituito da una magnifica balaustra, ai cui lati ci sono le statue dei Santi Biagio, Irene, Agostino e Gregorio Armeno, compatroni di Ostuni.

Sul quarto, oltre ai vari fregi e ornamenti, si notano alcuni angioletti seduti e con le gambe penzoloni.

Nell’ultimo basamento, troneggia la statua del Santo. Vestito dei sacri paramenti, solleva il braccio destro nell’atto di benedire, mentre nel braccio sinistro tiene il pastorale e il Vangelo.

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