La storia della chiesa dello Spirito Santo
La Chiesa dello Spirito Santo fu costruita tra il 1629 e il 1637 per volere del vescovo Melingi.
Questa chiesta costituiva nel ‘600 l’unico monumento degno di rispetto esistente fuori dalla porta del Ponte, dove nel XVI sec. iniziò a sorgere il Borgo Grande su una vasta area caratterizzata da terreno prevalentemente roccioso.
La Chiesa dello Spirito Santo nel ‘700 rappresentava il vertice di Piazza S. Oronzo e una scalinata partiva dal suo sagrato e si allungava sino alla Chiesa del Carmine. Intorno alla Chiesa furono costruiti in rapida successione diversi palazzi barocchi ancora esistenti, caratterizzati da logge e portali con modanature rococò.
Il monumento ha conservato le sue caratteristiche seicentesche fino ai nostri giorni almeno nelle parti esterne. La struttura architettonica è rimasta la stessa, mentre sono andati distrutti gli elementi di arredo.
L’interno è a navata unica, con copertura a volta e leggermente ruotato verso destra.
La fisionomia architettonica attuale è la stessa che descriveva nel 1629 il vescovo Melingi. Vi era all’interno un solo altare maggiore, con un dipinto raffigurante Santa Maria del Popolo, San Biagio, San Leonardo, e lo Spirito Santo (altare che è andato perduto).
Dal XVIII secolo, la chiesa è stata oggetto di diversi interventi di consolidamento e di restauro, e i lavori più consistenti furono fatti agli inizi del ‘900.
Gli altari marmorei attualmente esistenti furono realizzati da maestranze locali nei primi anni del 900, ed eseguiti secondo i disegni dell’ingegnere G. Tanzarella.
Sull’altare maggiore, in marmo, vi è una nicchia marmorea con la statua in cartapesta della Madonna del Rosario di Pomepi, di S. Domenico e di Santa Caterina.
Il primo altare a destra è dedicato alla Madonna del Buon Consiglio, il secondo al Cuore di Gesù.
A sinistra, il primo è dedicato a Sant’Oronzo e il secondo a S. Anna e la Madonna Bambina.
La facciata, a capanna, è liscia e il frontone, spezzato al centro, accoglie lo stemma del vescovo Melingi, artefice della costruzione, con la data del 1637.
La parte artisticamente interessante della facciata è rappresentata dal portale. Il portale, cuspidato, è ritenuto da diversi studiosi opera del XV secolo e non del XVII.